Sea Malay è un antico massaggio rituale,
che trae la propria origine in Indonesia, per la precisione nella zona
Nord dell’isola di Sumatra, dove si trova la città di Medan, affacciata
sul Mare Malese. Sviluppatosi probabilmente intorno al I secolo a.C.
veniva denominato “massaggio delle regine”, e si dice fosse destinato
alle concubine che non venivano scelte per trascorrere la notte con il
sovrano.
Il Sea Malay è un trattamento profondo,
le cui manovre ripetute più volte lentamente sul corpo del ricevente
procurano uno stato di profondo rilassamento: al pari di altre tecniche
di massaggio orientale si fonda sull’assunto che, attraverso il corpo,
si possa riequilibrare tutto l’individuo: la sua mente, la sua anima, il
suo Io.
Nel Sea Malay infatti, il benessere non é qualche cosa che a volte si produce, quanto piuttosto un movimento continuo verso l’armonia, l’equilibrio e l’integrità di corpo mente e spirito.
Nel Sea Malay infatti, il benessere non é qualche cosa che a volte si produce, quanto piuttosto un movimento continuo verso l’armonia, l’equilibrio e l’integrità di corpo mente e spirito.
Ne viene segnalato l’effetto favorevole
sulla sfera emotiva: un maggior equilibrio psichico, un aumento della
fiducia in sé e l’assunzione di un atteggiamento più positivo e attivo
nei confronti della vita. La struttura del Sea Malay ricorda quelle
degli Yantra indiani: Yantra è un termine sanscrito che indica vari tipi
di rappresentazioni geometriche dalla forma semplice o più complessa e
diagrammi simbolici, utilizzati come supporto nella concentrazione o per
favorire l’assorbimento meditativo, il cosiddetto “samadhi”: non a
caso, molti di coloro che hanno provato il Sea Malay, lo hanno definito
“un’esperienza meditativa”. In effetti il Sea Malay è un lavoro rituale
con effetti connessi alla meditazione e all’energia, più che al piano
fisico.
La prima fase del massaggio è profondamente rituale: con manovre dal carattere lento e ripetitivo, si tracciano sul corpo del ricevente delle figure geometriche cariche si simbolismo. Come in uno Yantra indiano, si definiscono degli spazi sacri, si tracciano linee, cerchi, spirali…
I buddhisti riconoscono, però, che lo
Yantra – simbolo sacro, rappresentazione grafica, matematica e magica
del divino – può essere solamente mentale: le immagini tracciate con
sabbie colorate servono solo per creare nella mente il vero Yantra e
vengono consacrate solo per il periodo durante il quale è utilizzato per
il servizio religioso, finito il quale, lo Yantra viene semplicemente
“distrutto”, spazzando via la sabbia di cui è composto. Questo gesto
vuole ricordare la caducità delle cose e la rinascita, essendo la forza
distruttrice, anche una forza che dà la vita.
Idealmente, anche nel Sea Malay, dopo essere stato “disegnato” in superficie, sulla pelle, e trasmesso in profondità, assorbito e ricreato nella mente del ricevente, lo Yantra viene “distrutto”.
Idealmente, anche nel Sea Malay, dopo essere stato “disegnato” in superficie, sulla pelle, e trasmesso in profondità, assorbito e ricreato nella mente del ricevente, lo Yantra viene “distrutto”.
Nella seconda fase, manovre di
riunificazione corporea ricompattano quello che le figure geometriche
avevano separato, scisso: ciò che prima si era diviso, ora viene
riunito, i movimenti sono lunghi, le figure sono parallele o incrociate:
l’alto si fonde con il basso, la destra con la sinistra.
Il Sea Malay è un trattamento che si
distingue per manovre, durata e posizione del ricevente.
Il ritmo è
lento, ripetitivo, quasi ipnotico: l’operatore, con una lenta
concatenazione di 39 movimenti, risveglia energie sopite, armonizza
disequilibri, unisce ciò che si è separato.
E’ indubbio che la scansione numerica del Sea Malay possa in qualche
modo attrarre la nostra attenzione: la struttura poggia su 39 movimenti,
ripetuti in genere 3 volte o multipli di 3 e, laddove questa situazione
non si verifichi, il numero che troviamo è il 4.
Il numero 1 è l’assoluto, l’azione
Il numero 2 è la dualità, lo ying e lo yang, il maschile e il femminile
Il numero 3 è dato da 2+1 ed è la perfezione, l’equilibrio raggiunto, la creazione
Il numero 4 è la terra, la manifestazione del piano materiale con i suoi limiti temporali e spaziali
Il numero 8 rappresenta l’infinito
Lo Zero è il cerchio, Dio
Le gambe e i piedi, forse per effetto
della cultura musulmana che conquistò l’Indonesia, non vengono trattate,
in quanto ritenute impure perché a contatto con il terreno.
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Al suo arrivo in occidente, il Sea Malay ha subito molte variazioni e può capitare di trovare diverse versioni a seconda dell'operatore.
Molte volte non vengono considerati i numeri, in realtà estremamente importanti, e altre volte invece si è preferito sostituire le manovre un po' più "intime" nella parte dei glutei, con manovre alle gambe che in realtà sono off-limit per la cultura indonesiana.
Per quanto mi riguarda, il Sea Malay mi è stato insegnato in un determinato modo, ma informandomi e studiando diversi testi, sono riuscita a determinare alcune varianti:
- SEA MALAY 1 - Schiena - Schiena - Gambe (60min)
3 moduli con 6 manovre con un totale di 18 manovre
- SEA MALAY 2 - Schiena - Schiena - Schiena (60min)
3 moduli con rispettivamente 12 - 6 - 6 manovre per un totale di 24 manovre
- SEA MALAY 3 - Schiena - Schiena - Viso (60min)
3 moduli con rispettivamente 12 - 6 - 9 manovre per un totale di 27 manovre
- SEA MALAY 4 - Schiena - Schiena - Gambe - Viso (90min)
4 moduli con rispettivamente 12 - 12 - 6 - 9 manovre per un totale di 39 manovre
Il risultato è ottimale in tutti e 4 le varianti! Garantito!
L'importante in questo massaggio è che sia l'operatore che il massaggiato capiscano il suo carattere meditativo e spirituale, il Sea Malay Massage richiede al praticante sensibilità, concentrazione, capacità di ascolto e di silenzio. "Imparare questa tecnica rappresenta una vera via di consapevolezza"
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OLI CONSIGLIATI PER IL MASSAGGIO
Oli Vegetali:
Oli Vegetali:
- MANDORLE DOLCI
- IPERICO (proprietà antidepressive)
- OLIO DI CORTECCIA di SALICE BIANCO (antidolorifico)
Oli Essenziali:
- PINO MARITTIMO (migliora la circolazione)
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